A mio parere, “imprenditorialità” significa trasformare una visione del mondo in un progetto concreto che generi valore per sé stessi, la collettività e il pianeta. L’imprenditore è l’ottimista per eccellenza, colui che strappa un’idea dall’Iperuranio per trasformarla in una realtà che può migliorare la vita delle persone. In questo processo, l’imprenditore crea e allo stesso tempo distrugge ciò che esiste nel ciclo infinito del tempo e del mercato, specialmente quando si tratta di innovazione, come avviene nel caso di uno startupper. È una continua sfida tra immaginazione e realizzazione, sempre orientata a generare un impatto in qualche modo positivo.
Qual è stata l’esperienza o la lezione più significativa che hai acquisito durante il tuo percorso?
Durante il mio percorso, ho imparato lezioni fondamentali che hanno segnato la mia crescita. Oltre ad aver acquisito competenze tecniche in ambiti come business, finanza e tecnologia, competenze che avrebbero richiesto molto più tempo in altri contesti per assimilarle, ho imparato l’arte complessa della gestione di un team, la capacità di collaborare con stakeholder molto diversi tra loro e la responsabilità di prendere decisioni cruciali, spesso come CEO. Ho anche appreso l’importanza di saper “vendere” un’idea e di trasformarla, giorno dopo giorno, in qualcosa di concreto e significativo. Tuttavia, le qualità più preziose che ho rafforzato sono l’entusiasmo, l’empatia, la determinazione e la costruzione di una “visione” ispiratrice: elementi indispensabili per costruire qualcosa di grande.
In cosa la vostra società si contraddistingue nel panorama competitivo?
AraBat si distingue nel panorama competitivo per la sua tecnologia rivoluzionaria nel riciclo sostenibile di batterie al litio e rifiuti elettronici. Utilizziamo scarti vegetali, come bucce d’arancia o foglie di carciofo, per recuperare metalli preziosi da batterie esauste, sostituendo i tradizionali acidi tossici con acidi organici e biomassa. Il nostro processo opera a basse temperature, in tempi ridotti e con emissioni di CO₂ significativamente inferiori rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, ci differenziamo per una strategia ambiziosa nella gestione della filiera, un team di giovani professionisti altamente qualificati e determinati, e un network di partner strategici, come l’Università di Foggia e il suo laboratorio d’eccellenza STAR Facility Centre.
Qual è il tuo motto personale e professionale?
Il mio motto è “Always being disruptive”. Questo significa per me non avere paura di sfidare lo status quo, di guardare le cose da nuove prospettive e di trovare soluzioni innovative dove altri vedono solo limiti. Non si tratta di “rompere” per il gusto di farlo, ma di ricostruire, migliorare e aggiungere valore. Questo approccio mi spinge a pensare fuori dagli schemi, a immaginare soluzioni che facciano davvero la differenza e a non fermarmi mai davanti agli ostacoli.
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