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Intervista a Alessio Muciaccia, CEO del Gruppo G.T.S., fondato a Bari nel 1977 e oggi leader europeo nel trasporto intermodale integrato.
Può descriverci l’identità, la storia e i valori che hanno guidato e guidano l’azienda?
GTS è stata fondata da Nicola Muciaccia nel 1977 con una vision ben precisa, ovvero che i trasporti delle merci dovessero essere principalmente connotati dalla sostenibilità. Sostenibilità non solo economica ma anche sociale ed ambientale. Fedele a questo credo, l’azienda si è sviluppata negli anni operando esclusivamente nell’ambito del sistema ferroviario ed intermodale, ovvero trasportando le merci sulla lunga percorrenza con il treno e portandole poi sulla breve distanza a casa del cliente con i camion.
Oggi GTS effettua oltre 90.000 spedizioni intraeuropee su un network di 4.000 treni completi, per un fatturato atteso nel 2016 di €100M e occupando 170 collaboratori.
L’azienda ha quale obiettivo quello di rivolgersi a tutti i produttori e logistici che oggi utilizzano esclusivamente il sistema gomma per le proprie spedizioni per offrire un sistema alternativo intermodale a basso impatto ambientale ma ad alta efficienza.
La gestione familiare è sicuramente una connotazione molto forte ma in chiave moderna, e le principali funzioni aziendali sono affidate ad un management di primissimo livello. La ferrovia è un mondo connotato da una storia e da una passione incredibili e la nostra sfida è riuscire a dirottare questa forza all’interno del business.
Qual è la peculiarità dei vostri prodotti / Servizi e quali sono le ragioni del loro successo?
GTS può essere considerata un unicum nel panorama europeo. Abbiamo infatti integrato verticalmente il processo produttivo della catena intermodale internalizzando la parte della trazione ferroviaria. Nel 2008 è nata GTS RAIL nella quale abbiamo investito oltre €40M per l’acquisto del materiale rotabile, e che ad oggi è diventata per percorrenza la 5° Impresa ferroviaria privata in Italia.
La proposta di valore dell’azienda si basa integralmente sul concetto di sostenibilità per cui i clienti ci scelgono sulla base di un servizio che sia altamente rispettoso dell’ambiente e della collettività. Ma soprattutto perché a questo si coniuga un’altissima qualità ed efficienza con un costo più competitivo della modalità stradale. Tutto questo è reso possibile appunto grazie alla gestione diretta degli asset produttivi.
Quali sono le strategie di crescita, le sfide e la vostra vision per il futuro?
La parola d’ordine per il futuro è crescere. Basti pensare che ad oggi soltanto il 5% delle merci viaggia in Italia per ferrovia contro la media UE del 12,5%, che vede la Germania con una percentuale del 17% e la Svizzera con il 67%. L’Unione Europea traccia una strada molto chiara nel Libro Bianco, dando al 2030 un obiettivo del 30% per distanze superiori ai 300km. Il governo Italiano con la cura del ferro si è dato l’obiettivo di aumentare del 50% i treni-Km percorsi nei prossimi 5 anni. In questo contesto le possibilità di crescita per la nostra azienda sono praticamente senza limiti. Fare ferrovia è un mestiere molto complesso, decisamente capital intensive e con competenze molto spinte e rare da trovare nel mercato. Le barriere all’ingresso sono tali che ad esempio negli ultimi due anni non è nata nessuna nuova impresa per la trazione. La vera sfida sarà riuscire a finanziare lo sviluppo in modo sano. Nel lungo termine GTS guarda con grande interesse anche al settore del trasporto passeggeri su ferrovia.
Quanto è strategica per voi l’innovazione?
L’innovazione è uno dei driver fondamentali del nostro modo di fare business. Quando si pensa al trasporto lo si considera spesso erroneamente come un’attività a basso valore aggiunto ed a basso contenuto tecnologico. Niente di più falso. Infatti oggi la logistica è parte integrante del ciclo produttivo e pertanto viene richiesto un altissimo livello di integrazione digitale. Industria 4.0 permea molti aspetti della nostra attività quotidiana. Stiamo ad esempio lavorando ad un portale web GTSGO, che non sarà il solito market place ma avrà quale obiettivo quello di abbattere l’asimmetria informativa esistente tra domanda ed offerta, eliminando la presenza dei numerosi (inutili) intermediari lungo la catena del valore.
Cosa vuol dire per voi oggi “internazionalizzazione del business”: export, delocalizzazione, partnership o tutto questo insieme?
Il 70% del fatturato viene già realizzato all’estero. Il nostro scenario competitivo, trattandosi di trasporti intermodali, è sicuramente quello europeo. La strategia per i prossimi anni è volta a replicare il modello produttivo italiano, ovvero di integrazione del processo anche in altri paesi. Oggi infatti GTS compra trazione ferroviaria da altre aziende. In un medio orizzonte temporale l’obiettivo è quello di creare nostre imprese ferroviarie nei nostri paesi target, in particolare Svizzera, Germania, Olanda e Belgio. Tutta la gestione delle spedizioni intraeuropee è stata centralizzata nell’head quarter di Bari, nel mentre l’attività commerciale viene dislocata e gestita a livello territoriale locale. GTS punta a crescere sia per linee interne sia tramite operazioni di M&A.
Quali sono i mercati più importanti oggi e quali quelli a cui guardate con maggiore interesse nel medio lungo termine?
GTS opera su tre linee di prodotto: il door to door, dove con la propria flotta di 2.000 container realizza le spedizioni per un servizio di logistica completo; il terminal to terminal, dove terzi operatori con proprie unità di trasporto intermodale comprano soltanto lo spazio sul nostro network treni; infine l’attività di trazione ferroviaria pura per convogli di qualsiasi categoria merceologica quali automotive, siderurgico, chimico. I paesi attualmente serviti sono, oltre all’Italia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Francia, Turchia e Grecia. Nei prossimi anni prevediamo di entrare con i nostri servizi in Germania, Spagna, Russia e paesi Scandinavi.
Qual è stato il momento, l’occasione o il progetto più importante per l’azienda e per il suo consolidamento?
Uno dei momenti cruciali della nostra storia è sicuramente legato alla decisione di fondare la nostra impresa ferroviaria nel 2008. Sino ad allora gli unici soggetti titolati a vendere trazione ferroviaria erano gli incumbent dei singoli paesi. Un cambio repentino di strategia da parte di Trenitalia, nostro unico fornitore, ha determinato una sforbiciata al settore cargo nel suo complesso di oltre il 50% dei volumi. La liberalizzazione proprio in quegli anni si è affacciata anche nel nostro paese, per cui abbiamo colto l’occasione al volo di diventare completamente indipendenti. Così, dopo 2 anni di fase di preparazione per acquisire il materiale rotabile e tutte le certificazioni, i nostri treni hanno iniziato a marciare sotto il marchio di GTS RAIL. La scelta è risultata quanto mai vincente. Abbiamo infatti dimostrato che la ferrovia può essere un sistema efficiente, affidabile e flessibile, cosa che in passato non era. Questo ha consentito di vendere un servizio intermodale di alta qualità, di fidelizzare un numero sempre crescente di clienti e di consolidare un percorso di crescita costante nel tempo.
Cosa vuol dire per voi far parte del progetto Elite Growth?
GTS è orientata alla crescita nel mondo ferroviario/intermodale settore decisamente capital intensive. Per questo motivo guardiamo ad operazioni di finanza straordinaria, quali possono essere la borsa o il private equity, per finanziare il nostro percorso di sviluppo in modo sano ed equilibrato. Elite lo consideriamo un percorso obbligato verso questo obiettivo. In questi due anni ci siamo con entusiasmo messi in discussione, e grazie alle professionalità di Elite, abbiamo potuto grandemente migliorare alcune aree aziendali preparandole ad un deciso salto dimensionale. L’altro elemento che abbiamo molto apprezzato è stata la community che gravita intorno a questo progetto, sia di aziende di primissimo livello, sia di professionisti, banche ed esperti del mondo della consulenza.
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