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14 Dec 17

Intervista a Stephane Klecha, fondatore di Klecha & Co., società di advisory di corporate finance specializzata nel settore tecnologico, software, IT. L’azienda ha sede a Milano, Londra e New York e si occupa di due filoni principali: corporate finance (M&A, raccolta di capitali) e equity research.

 

Attualmente il contesto competitivo per le aziende, sia a livello tecnologico che di mercato, cambia a una velocità impensabile in precedenza. Come si può affrontare questa situazione?

Sta cambiando in modo complessivo lo scenario in cui le aziende devono competere: un cambiamento spinto in buona parte dalle evoluzioni tecnologiche. Questa evoluzione sta avendo impatto sui modelli di business di tutte le aziende, tutti devono lavorare per capire come erogare prodotti e servizi in modo da rimanere competitivi. Questa situazione crea rischi e delle opportunità mai viste in precedenza.

In particolare per il settore technology quali sono sfide caratterizzanti?

In questo settore c’è un massa investimenti che non è paragonabile con altri e quindi il tasso di innovazione è molto superiore, con un impatto sulla velocità con cui i rivali si muovono con nuovi prodotti, offerte, modelli di business. C’è un emersione costante di operatori e start up che si muovono in modo diverso dal tradizionale avendo vantaggi, come basi di costo e raggiungimento dei clienti, che prima erano legati ai canali tradizionali. Bisogna innovare a ritmo sostenuto perché altrimenti si esce dal mercato, allo stesso tempo bisogna essere molto attenti e presenti sul mercato per vedere dove nascono opportunità e minacce.

In questo scenario assume un'importanza fondamentale la strategia. In termini generali quale approccio è meglio utilizzare per programmare lo sviluppo futuro del business per non farsi trovare impreparati ai cambiamenti?

É di fondamentale importanza, in particolare per le aziende medio-piccole, rimanere focalizzate sul core business e allargare il loro posizionamento internazionale, questo passa spesso dal raggiungimento di una dimensione tale da poter investire sia a livello tecnologico che geografico. Entrambe questi obiettivi si possono realizzare tramite un’acquisizione che velocizza senza dubbio i risultati degli investimenti organici e che diviene il modo più efficiente per accelerare l’innovazione, la ricerca che l’internazionalizzazione.

Quali sono le criticità maggiori per chi sceglie la strada dell’M&A per espandersi?

Le difficoltà sono potenzialmente molte: la prima è realizzare un’analisi delle opportunità che sia completa e dia idea delle opzioni a disposizione, è quindi necessario un partner che sia sufficientemente specializzato per comprendere quali siano i target. Soprattutto sulle acquisizioni internazionali c’è poi un tema di capacità di gestione interculturale perché, se manca questo passaggio, può fallire l’integrazione. Altro tema sono le valutazioni: per le aziende italiane una difficoltà importante è quella di essere confrontate con schemi molto diversi da quelli locali, proprio per questo abbiamo avviato la divisione Ricerca per identificare un benchmark adeguato per le aziende acquisitive, per far sì che il mercato riconosca maggior valore al settore hi-tech italiano.

In un mercato sempre più globale, per competere è spesso necessario aumentare la dimensione e gli investimenti. Per farlo si può ricorrere anche ad alleanze e cessioni di quote di capitale, un processo che può comportare dei rischi e in cui occorre scegliere con molta attenzione il partner. Come muoversi per massimizzare i vantaggi e ridurre le incertezze?

Lavorare con operatori specializzati. E’ molto importante chi si sceglie come partner per intraprendere questo percorso perché altrimenti si rischia di perdere molto tempo, la specializzazione garantisce agli operatori di parlare stessa lingua e capirsi molto meglio. In particolare per le aziende IT ci sono dinamiche sottostanti che sono molto specifiche per gli ambiti in cui operano, a livello regolamentare, competitivo e finanziario. E’ assolutamente necessario attrezzarsi con una squadra, a partire dall’advisor, che sia in grado di leggere queste dinamiche che non sono chiare a tutti operatori. Anche dalla parte degli investitori alcuni non sono adatti a questo settore perché le metriche di valutazione tradizionali non riescono a dare il giusto valore a queste imprese. Per esempio ci sono operazioni da centinaia di milioni di aziende che perdono soldi, chi le compra capisce la potenzialità di queste aziende o come indipendenti o dentro a un altro contesto.

Anche per le aziende target di acquisizione ci sono però molte complessità. Come affrontare questo processo nel modo migliore (prezzo, identificazione possibile investitore)?

Sono processi che richiedono che l’investitore capisca fino in fondo tutte le tematiche rilevanti di questi business perché venga riconosciuto il pieno valore, di nuovo entra in gioco l’importanza di avere un advisor specializzato e in grado di rappresentare al mondo finanziario tutte le potenzialità di queste aziende, riducendo l’asimmetria informativa.

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