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18 Sep 17
TRA I NOSTRI VANTAGGI L’AMPIA ARTICOLAZIONE PRODUTTIVA E LA FORTE PROPENSIONE ALL’EXPORT

Una cultura del lavoro e dell’impresa trasmessa di generazione in generazione è alla base della crescita del territorio, come rimarca il Presidente di Confindustria Mantova, Alberto Marenghi, in questa intervista. Nel nostro sito diamo voce a tutti i vertici delle associazioni territoriali di Confindustria, in concomitanza con gli appuntamenti del road show per promuovere il progetto Elite organizzato dalla Confederazione.

 

Quali sono i punti di forza del vostro tessuto imprenditoriale?

La nostra è una terra ricca di eccellenze, di realtà imprenditoriali di rilevanza internazionale. Il punto di forza è la presenza di tanti comparti differenti, che hanno in parte salvaguardato il territorio dalla lunga crisi economica. Agroalimentare, collant ed abbigliamento, meccanica, trasformazione del legno sono alcune delle categorie merceologiche che trovano spazio sul territorio. Un altro punto di forza è l’elevato livello di export, unito ad una propensione all’innovazione che affonda le sue radici in una cultura del lavoro e dell’impresa acquisita nel tempo e trasmessa di generazione in generazione. 

Quante sono le aziende e gli addetti?

Gli ultimi dati disponibili, riferiti a giugno 2017, mostrano un saldo positivo di 74 unità, che porta la consistenza del Registro Imprese a 41.108 aziende registrate, con un tasso di crescita pari al +0,2%. Gli occupati sono 172mila, e i dati dell’Indagine Congiunturale Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria Lombardia mostrano nel I trimestre 2017 segnali di ripresa, con prospettive di assunzione nel corso del 2017.

Quali sono le specializzazioni del territorio?

Come detto prima sono principalmente agroalimentare, abbigliamento e collant, trasformazione del legno e meccanica. Esistono realtà importanti anche nella siderurgia, nel packaging e nella produzione di energia elettrica.

Cosa vorreste fare per essere un ecosistema sempre più solido e competitivo?

Sul piano locale, Confindustria Mantova sta investendo molto in progetti di formazione ed innovazione. E’ recente la nascita del primo Digital Innovation Hub della Lombardia, con le tre territoriali di Mantova, Brescia e Cremona unite per supportare la digitalizzazione, una delle prime applicazioni concrete del piano governativo Industria 4.0. A ottobre inoltre inizieranno le lezioni di un Istituto tecnico superiore dedicato all’agroalimentare, di cui siamo tra i soci fondatori. Da vent’anni siamo inoltre tra i principali finanziatori dell’Università di Mantova, che promuove progetti insieme alle aziende del territorio.  

Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli alla crescita delle piccole e medie aziende?

Nel mantovano c’è un grave problema infrastrutturale, che si trascina da anni. Sia i trasporti su gomma che su rotaia risentono della vetustà delle vie di comunicazione. Inoltre parte del territorio non è ancora stato cablato con la fibra ottica. Attualmente, per problemi burocratici relativi alla gestione, anche uno degli asset strategici della provincia, il Porto di Valdaro, che consentirebbe una interessante intermodalità di trasporto gomma-ferro-acqua, è sottoutilizzato.

A livello nazionale, le zavorre alla competitività delle nostre aziende sono note e messe in risalto anche da recenti rapporti: dal carico fiscale al 43% (24,3 miliardi di tasse in più rispetto alla media europea) al cuneo fiscale (47,8%, 11,8% più della media Ocse), dalle tasse sull'energia (2,8% del pil, +0,9 punti rispetto all'Eurozona) e sui rifiuti (+18,7% in cinque anni) ai prezzi di gasolio (1,128 euro al litro, il più alto dell'area Euro) ed energia (25,6% in più).

Le aziende, secondo lei, sono pronte al cambiamento e ad aprirsi al mercato aderendo al progetto Elite?

Come ho accennato prima, gli imprenditori mantovani sono mentalmente aperti al cambiamento ed alle sperimentazioni. Questo aspetto si coniuga con la necessità di trovare modalità innovative di finanziamento per le proprie iniziative.

Le aziende del territorio si stanno internazionalizzando e facendo acquisizioni all’estero?

In generale, c’è una forte propensione all’export. L’anno 2017 si è aperto con un deciso aumento, +13,4%, delle esportazioni mantovane, proseguendo in modo sostenuto il trend di crescita dello scorso anno, quando l’export aveva chiuso a 4,5 miliardi di euro, con un saldo positivo di 1,4 miliardi.

Negli ultimi anni alcune aziende mantovane, tra cui la mia, hanno acquisito competitor stranieri per aumentare le quote di mercato o differenziare la produzione. E’ significativo anche il fenomeno opposto, di aziende storiche che entrano in grandi gruppi multinazionali. Credo sia un trend che proseguirà e si rafforzerà sempre di più.