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08 Nov 17

Intervista a Kevin Tempestini, amministratore delegato della società di consulenza finanziaria KT&Partners.

L'economia italiana sta finalmente attraversando una fase di ripresa ma continuano a registrarsi difficoltà di accesso al credito bancario. Quali possono essere delle fonti alternative di finanziamento?

In questa fase di mercato la quotazione potrebbe essere sicuramente la risposta migliore per le esigenze di crescita delle PMI. Infatti, mai come in questo momento, i mercati dedicati alle small cap stanno attraversando un momento positivo, sia in termini di market performance che di liquidità, trainati dall’introduzione dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) che hanno agevolato lo sviluppo di fondi specializzati in small e mid-caps. L’AIM in particolare da inizio anno ha già visto finora 16 quotazioni (di cui 7 SPAC), 2 Business Combinations e 1 quotazione tramite pre-booking company. Anche in termini di liquidità c’è stato un notevole miglioramento: da inizio anno a fine settembre, il controvalore complessivo degli scambi è stato pari a circa €1,4bn (+580% circa rispetto allo stesso periodo del 2016).

Lavorate in particolare con le PMI. Quali sono per questo tipo di aziende le criticità maggiori nell'affacciarsi ai mercati finanziari?

La prima difficoltà potrebbe essere quella di far comprendere al mercato il proprio business e le sue prospettive di crescita. La quotazione, soprattutto durante il processo di IPO, comporta poi indubbiamente uno sforzo importante sia in termini di investimento di denaro che di tempo del management che, nelle aziende meno strutturate e di dimensioni più piccole, potrebbe portare ad una distrazione dal core business. Non bisogna dimenticare poi che l’essere quotati comporta degli obblighi di comunicazione e tempistiche di pubblicazione dei risultati molto più stringenti. Per questo motivo, per le aziende più piccole e meno strutturate è preferibile rivolgersi al mercato AIM, in quanto permette da un lato un percorso più semplice e veloce verso la quotazione (minori requisiti), dall’altro adempimenti post-quotazione meno stringenti rispetto al listino principale.

È possibile adottare strategie aziendali, ad esempio focalizzate sulla creazione di valore, indirizzate a migliorare la percezione della propria azienda tra gli investitori? Quali sono le linee guida da seguire?

È essenziale un uso attento e trasparente delle risorse che si stanno andando a raccogliere, siano esse destinate ad una crescita esterna oppure allo sviluppo organico o all’internazionalizzazione. Quando assistiamo una società durante il suo percorso di quotazione insistiamo moltissimo sul cosiddetto “use of proceeds”; quanto più è chiaro e dettagliato l’utilizzo dei fondi raccolti quanto più sarà semplice la operazione di IPO.

È inoltre fondamentale che il management/l’imprenditore resti focalizzato sulla propria attività senza venir distratto troppo dall’andamento del titolo, facendosi poi assistere da consulenti specializzati per comunicare costantemente con il mercato sulla evoluzione del proprio progetto di sviluppo.

Alla luce dalle sua esperienza, quando è il momento giusto e quali sono le caratteristiche di un'impresa pronta a questo importante passo?

Non credo esista una risposta univoca, perché ogni caso va valutato a sé. Sicuramente, consiglierei ad una azienda di intraprendere un percorso di IPO dopo aver maturato un comprovato track record in termini di risultati e marginalità e dopo aver individuato una strategia di crescita futura chiara, oltre che possedere un’adeguata struttura organizzativa e manageriale.

In quest’ottica, Elite, il programma promosso da Borsa Italiana, rappresenta un percorso valido verso un progressivo cambiamento culturale e manageriale, che ho avuto modo di vivere anche indirettamente in quanto sono membro del CDA di una società che ha conseguito il certificato Elite (NDR Marchi Industriale). Ad oggi, sono ben 10 le società Elite che si sono quotate sul mercato AIM di Borsa Italiana, di cui 4 in collaborazione con KT&Partners.

Quando invece è consigliabile percorrere altre strade?

Sicuramente quando mancano i requisiti “sostanziali” che il mercato ricerca in un’azienda, tra cui appunto una strategia di crescita chiara sia in termini di fatturato che di marginalità, un buon posizionamento competitivo ed una struttura finanziaria equilibrata. Inoltre, dovrebbero essere presi in considerazione percorsi alternativi quando questi permetterebbero di meglio valorizzare la società in Borsa in una fase successiva del ciclo di vita.

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