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20 Mar 23

La società Save the Duck entra in ELITE nel 2017 con l'obiettivo di consolidare il suo posizionamento all'estero e per incontrare nuovi partner al supporto dello sviluppo dell'azienda.
Oggi, l'azienda ottiene il Certificato ELITE di Sostenibilità a dimostrazione del suo impegno verso la responsabilità ambientale e sociale.

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IL MARCHIO

Save The Duck, il marchio di capispalla 100% animal-free, è stata la prima azienda in Italia del settore fashion a ottenere la certificazione B Corp (nel 2019), che contraddistingue le aziende che soddisfano i più alti standard di responsabilità e trasparenza in ambito ESG.

Il brand, che dal 2019 è anche una "Società Benefit", si rivolge al mercato globale e a un target in crescita, molto sensibile alle tematiche ambientali e al benessere degli animali.

Il logo è una papera che fischietta, spensierata, perché è stata salvata. L'azienda ha infatti stimato che in undici anni di attività sono state salvate più di 29 milioni di oche.

I capi di Save The Duck non sono solo privi di piume, ma anche 100% animal e cruelty free e, pertanto, non utilizzano pelle, pellicce o altre materie prime di origine animale.

L'azienda è impegnata in un piano di riduzione dell'impronta di carbonio, per raggiungere un impatto climatico "Net Zero" entro il 2030, ma di fatto compensa già le proprie emissioni, raggiungendo così la “Carbon Neutrality” sin dal 2021.

Save The Duck continua inoltre a mantenere un volume di donazioni pari all'1% del proprio fatturato annuo, per sostenere iniziative, associazioni e organizzazioni benefiche italiane e internazionali che hanno come obiettivo la protezione degli animali, la salvaguardia delle risorse naturali e la tutela dei diritti umani.

WHOLESALE E RETAIL

Sul fronte estero, dove il marchio realizza oggi il 65% del proprio giro d’affari, i mercati principali sono l’America, i Paesi di lingua tedesca e il Giappone. Oggi il 91% del fatturato è realizzato dal canale wholesale e il 9% dai canali diretti (e-commerce e retail). Save The Duck, che ha in programma un ambizioso piano di sviluppo sia in Italia che all’estero, è presente oggi in 42 Paesi, dove è distribuita in 2200 punti vendita multimarca

Per quanto riguarda il retail, sul territorio nazionale, Save The Duck conta due store a Milano, uno in via Solferino e uno in via Dante, uno a Venezia e uno di recente apertura a Bologna, in Via Clavature, oltre ad essere in dirittura d’arrivo per un nuovo store a Roma. Si aggiungono i monomarca di New York, inaugurato a fine 2022, St. Moritz e Hong Kong.

Il brand sviluppa inoltre una media di 10-15 pop-up store all’anno, a livello globale, e sta strutturando un progetto di franchising e corner, che integrerà lo sviluppo retail.

L’obiettivo è quello di potenziare il retail a livello globale, soprattutto in quei mercati dove questo canale premia, come in Francia, che oggi rappresenta circa il 3% del fatturato, ma potrebbe arrivare anche al doppio; è prevista infatti, nel breve periodo, l’apertura del primo flagship store a Parigi. Al momento il brand ha uno store, in partnership, a Stoccolma e sta valutando la stessa formula anche per Londra, per il prossimo autunno. Le prime aperture nei mercati tedeschi potrebbero invece arrivare nel 2024.

Save The Duck ha chiuso il 2022 con un fatturato in crescita del 30%, a 61 milioni di euro. “Per quest’anno ci aspettiamo una progressione del 15%, comunque significativa vista l’instabilità dei mercati a livello internazionale” ha dichiarato Nicolas Bargi, AD Save The Duck